Si avvicinano le elezioni e il popolo italiano si appresta ad andare a votare.
Ma per chi votare?
La
classe politica che amministra il nostro paese sicuramente è frutto
delle energie che l’hanno portata al parlamento, in parole povere,
forse più adatte ai nostri padri o nonni: “Ogni popolo ha il governo
che si merita”.
Non per questo è esente da alcune considerazioni:
1) Nel
mondo, è una delle classi politiche più remunerate economicamente se
non quella con maggior guadagni pur essendo, l’Italia, uno dei paesi
più poveri all’interno dell’Unione Europea
2) Gli
aumenti di stipendio sono sempre stati fatti in sordina e sempre
all’unanimità, anche con il parere favorevole dei partiti che
rappresentano le classi meno abbienti in aperto contrasto con le idee
che portano avanti.
3) Il presidente del
Consiglio è l’uomo più ricco d’Italia, ha televisioni e testate
giornalistiche e questo crea un evidente squilibrio tipico dei governi
che hanno governato e governano il sud-america e l’africa. In
sud-america sta comunque cambiando molto.
4) E’ una
classe politica che tende alla perpetua conservazione di se stessa e
cioè una persona che ha ricoperto incarichi pubblici e che prima
svolgeva un altro lavoro, è ben difficile che alla fine del mandato che
la sovranità popolare gli ha attribuito, qualsiasi esso sia, torni a
fare il vecchio lavoro; vengono creati nuovi posti di lavoro proprio
perché gli ex politici possano continuare a rimanere ad un certo
livello economico e di potere. Senza contare il clientelismo di
cui tutti siamo al corrente ma che oramai abbiamo digerito come parte
integrante del sistema e che accettiamo nostro malgrado.
5) Abbiamo
un sistema maggioritario che costringe a formare coalizioni ed in
queste coalizioni sono costretti a convivere partiti che con un altro
sistema elettivo, spesso non avrebbero nessun scambio perché troppo
diversi. Questo accade in entrambi gli schieramenti.
6) Al pari di tutte le altre classi politiche mondiali, tranne qualche eccezione (vedi articolo PIL? No,Grazie in Notizie),
si preoccupa esclusivamente di fattori meramente economici, non ha
nessuna importanza, per chi ci governa, la qualità della vita dei
cittadini che la votano e che essi rappresentano.
7) Ho
vissuto personalmente quello che leggo spesso sui giornali. Una
battaglia a colpi di ricorsi al Tar perché un’amministrazione comunale
aveva rilasciato una licenza commerciale ad altri non a norma di legge
e lesiva per i miei interessi personali. Era evidente il coinvolgimento
privato da parte di esponenti di detta amministrazione ed il loro
truccare le carte in gioco in maniera così sfacciata e arrogante.
Questo non è accaduto per il colore politico dell’amministrazione, se
fosse stata del colore opposto, sarebbero cambiati i suonatori ma non
la musica.
8) Siamo in un paese dove esiste la
"medicina di Stato". Cure alternative che vanno a cercare la
fonte della malattia e non il sintomo finale non sono accettate. Lo
stato non riconosce che possiamo curarci come facevano i nostri nonni e
gli antichi con le erbe o con qualsiasi altra cura, solo le cure a base
chimica hanno il benestare e sono riconosciute come tali. Quale pensate
che sia il motivo principale per cui le medicine delle case
farmaceutiche vengono accettate e le altre no?
Tutto quello che
ho scritto mi crea non pochi dubbi e non per chi andare a votare, ma se
andarci o meno. Con questa vibrazione nell’aria, i cambiamenti non
possono avvenire, la possibilità di un cambio di frequenza non è a
disposizione degli attuali governanti e andando a votare forse continuo
a perpetrare questa logica del profitto personale che non potrà mai
portare ad un cambio di visione, per l’Italia e per la nostra amata
Gaia.
Non c’è spazio per l’amore o per la gioia vedendo trasmissioni
politiche o leggendo la belligeranza che intercorre tra gli opposti
schieramenti. Come faccio a sentirmi rappresentato da questa classe
politica? Perché devo continuare a votare per il meno peggio? Perchè
continuare ad essere complice di tutto questo scempio?
Credo che tocchi a noi tutti cambiare tutto questo e non lo possiamo fare continuando ad agire come abbiamo sempre fatto.